giovedì 15 settembre 2011

Vita vera

Penso che fare l'insegnante sia un mestiere bellissimo. Un mestiere che ti permette di prenderti cura del prossimo in maniera costruttiva. Penso ai bambini che si preoccupano quando vedono qualcuno che chiede l'elemosina, che imparano ad essere gentili anche quando il loro istinto li vorrebbe aggressivi. Penso ai bambini che arrivano a scuola col loro pupazzo stretto sotto al braccio e al momento in cui sono capaci di prestarlo ad un compagno col sorriso sulle labbra. Penso alla fatica , ai fiumi di parole, ai quintali sorrisi che quotidianamente spendiamo verso i nostri piccoli alunni con la convinzione che ogni singola forza sia stata spesa per rendere delle piccole persone più autonome, più ragionevoli, più riflessive, più critiche, più altruiste. Penso ai bambini che non hanno niente e che succhiano tutto dalla vita con gioia, perché ogni cosa è un regalo. Penso ad alcuni genitori distratti e superficiali che sottovalutano le potenzialità e la sensibilità dei loro figli. Penso alle persone che ritengono che gli insegnanti siano una "categoria protetta"che vive nel mondo fatato e che non sa nemmeno lontanamente cosa sia la vita vera. La vita vera è farsi in quattro per rendere dei bambini degli uomini e delle donne che un giorno saranno in grado di essere cittadini responsabili. La vita vera è non lasciare nulla al caso. La vita vera è accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita anche e soprattutto quando le cose si fanno difficili.La vita vera è tenere in piedi una scuola quando le risorse sono quasi nulle. Penso che svalutare il ruolo dell'insegnante sia come tagliare le gambe alla società, forse il mio amico che sfotte dicendo che le maestre d'asilo salveranno il mondo...forse...non ha mai letto Fulghum...Forse non ha mai riflettuto sulle responsabilità che noi insegnanti abbiamo nei confronti delle anime che ci vengono affidate.Sì, proprio così, nei confronti delle anime, anime che vanno aiutate a diventare sensibili, altruiste, responsabili, coraggiose, consapevoli, complete.
Forse il mio amico pensa come la Gelmini...con la calcolatrice in mano (5 ore al giorno...2 mesi di vacanze...una pacchia!). Forse il mio amico ha avuto pessime insegnanti, per questo è così...

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L' HO IMPARATO ALL'ASILO

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso: 
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,
pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare,
ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano
e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono,
la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché,
ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e
persino il seme nel suo recipiente:
tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato,
la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
Di Robert Fulghum

lunedì 12 settembre 2011

Classe omogenea o eterogenea?

Ogni anno, al rientro delle vacanze, rimango piacevolmente stupita da quanto i bambini possano maturare in soli due mesi. Se posso permettermi di dirlo...concedetemelo dai... maturano SOPRATTUTTO LE BAMBINE!!! In classe non c'è più una sola insegnante, ma una insegnante circondata da tante dolci assistenti che aiutano chi è in difficoltà, incoraggiano gli indecisi,  consolano i piccoli, accompagnano i timidi, accarezzano i disperati, distraggono i malinconici, imboccano i pigri e soprattutto SORRIDONO alla vita. 
Questo commento lo faccio perché molte mamme e anche alcune mie amiche mi chiedono pareri sulla "composizione" delle classi. Alla scuola materna, fondamentalmente, esistono due tipologie di classi: omogenee ed eterogenee.
Nella sezione omogenea tutti i bambini sono  della stessa età, in quella eterogenea invece, convivono bambini di età diverse (3-4-5 anni), in alcuni casi esistono delle eterogenee di due sole fasce di età anziché di tre.
La sezione omogenea, una volta superata la fase degli inserimenti (25 piccoli da rendere autonomi e felici!!) è sicuramente la situazione ottimale per le insegnanti, che possono programmare delle attività adeguate a tutti, possono utilizzare un linguaggio comprensibile a tutti, possono lavorare contemporaneamente con tutti gli alunni.
La sezione eterogenea è più difficoltosa per l'insegnante che deve programmare tre attività diverse ogni giorno e creare delle situazioni (per es. dei laboratori) in cui si trovino invece momenti di omogeneità.
Quello che posso dire con sicurezza dopo diversi anni di insegnamento è che nulla può' eguagliare l'esempio che i bimbi grandi danno naturalmente ai bimbi piccoli. Il potere seduttivo di un bimbo di 5 anni nei confronti di uno di 3 è inimmaginabile. 
La classe eterogenea è molto faticosa, ma può' dare grande spazio alla cooperazione e far sì che gli istinti materni delle bimbe di 5 anni possano essere prontamente soddisfatti!
Quest'anno ho ben 5 piccole adorabili assistenti-segretarie-vicemaestre-mammine-babysitter...sarà un gran bell'anno!i maschietti sono troppo impegnati con le loro macchinine e partite di calcio per aver voglia di giocare con un piccolotto, ma se ne avranno voglia saranno sempre i benvenuti.

sabato 10 settembre 2011

Condividere è una grande ricchezza.

Navigando su internet nel corso degli anni mi sono spesso ispirata e qualche volta ho "rubato" moltissime idee e spunti per attività da proporre ai piccoli della mia classe (3-5 anni). E allora mi sono detta: perché non condividere con gli altri ciò' che faccio anch'io? 
Più idee circolano, più la scuola può' arricchirsi a vantaggio dei nostri piccoli grandi alunni.
E' appena cominciato l'anno scolastico, la voglia di fare è tanta, le risorse sono poche ma sicuramente ancora una volta riusciremo, con l'utilizzo di materiali di recupero e tanta fantasia, a portare avanti meravigliosi progetti, alla faccia dei tagli! Intanto Buon inizio anno a tutti noi !