sabato 29 ottobre 2011

Verdura amica

I bambini sono sempre diffidenti nei confronti della verdura?
No problem: proponete loro attività di manipolazione e vedrete che cominceranno a considerare la frutta e la verdura in maniera diversa.
In classe abbiamo VESTITO le verdure. Ogni bambino ne ha scelta una e l'ha vestita in totale autonomia.
come sempre sul tavolo lungo e stretto erano disponibili tutte le verdure e tutti i materiali di recupero utili per la trasformazione. Inutile raccontare quanto si siano divertiti i bambini e quanto siano rimasti stupiti i genitori quando hanno visto arrivarsi a casa melanzane con le ali, zucchine con i piedi e pomodori con gli occhi!






Altre verdure le abbiamo utilizzate per pitturare, per timbrare e per scrivere, un tripudio di colori mischiati, sfumati, impastati uno con l'altro. Le verdure ovviamente erano state precedentemente tagliate dall'insegnante in modo che i bambini avessero la possibilità di scegliere tra tante forme diverse.






Un'altra attività che ha riscosso grande successo è stata quella di creare un cestino pieno di frutta e verdura fatta di pongo, i bambini hanno così imparato i nomi di ogni ortaggio, la loro forma, il loro colore e poi in mensa hanno assaggiato più volentieri le verdure ancora "sconosciute"!





Per non farci mancare nulla e per coinvolgere tutti i sensi abbiamo anche spremuto la frutta spargendone i succhi su fogli bianchi. Una volta asciugati i fogli erano leggermente colorati e molto profumati!


Il nostro percorso è stato anche corredato di filastrocche, storie e canzoni adeguate al tema. I bambini hanno gradito molto queste attività che si sono concluse con una bella mangiata di pasta con le verdure!! Ma non verdure qualsiasi, quelle forniteci dai coniglietti contadini e trovate con una bella caccia al tesoro!

martedì 25 ottobre 2011

La conoscenza passa dall'esperienza (seconda parte)

Le attività da proporre ai bambini per essere incisive e produrre conoscenza devono essere strettamente legate al vissuto personale. La natura in questo senso ci viene sempre in aiuto, perché è sotto i nostri occhi e influenza la vita di tutti. Cosa c'è di più bello di una liberatoria corsa in giardino finalizzata alla raccolta delle foglie cadute dagli alberi?

Dopo aver abbondantemente e liberamente giocato in giardino i bambini hanno raccolto le foglie in un grande sacco. In classe abbiamo poi adagiato le foglie sui tavoli alla maniera dei laboratori di Munari: tavoli lunghi e stretti in modo che ogni bambino possa avere libero accesso a tutto il materiale e di colore neutro, in modo che il fondo non distolga l'attenzione.



Dopo aver liberamente osservato, confrontato, toccato, annusato, giocato con le foglie, i bambini vengono stimolati a raggrupparle, sia con criteri dati sia con criteri scelti da loro ed esplicitati ai compagni.
I più grandicelli all'esperienza pratica fanno seguire un lavoro di registrazione grafica in modo che l'esperienza si traduca in simboli.
Dopo i diversi giochi di classificazione e seriazione, i bambini tornano in giardino e scelgono l'albero che più li ha colpiti.

In classe con un bel lavoro di gruppo cerchiamo di ricreare un albero bello come quello del giardino.


Nel laboratorio di pittura ci facciamo ispirare dai meravigliosi colori delle foglie...


sabato 15 ottobre 2011

La conoscenza passa dall'esperienza.

E' tempo d'autunno. La natura si trasforma sotto i nostri occhi, è importante coinvolgere attivamente i bambini e aiutarli ad osservare il mondo che ci circonda utilizzando tutti i sensi. Un paio di anni fa il lavoro non è partito dalla classica uscita in giardino, ma piuttosto da una grande sorpresa. E' stata allestita una piccola aula con materiali diversi a completa disposizione dei bambini. I piccoli hanno potuto liberamente maneggiare tutto ciò' che hanno trovato sul pavimento (foglie di tutti i tipi, di tutte le forme e colori) e tutto ciò' che hanno trovato appeso (piume, gocce di cristallo, fiori profumati, foglie). Un ventilatore "camuffato" faceva volare in giro tutte le foglie e i materiali appesi. Questa speciale aula è stata chiamata dai bambini "Stanza delle meraviglie".


 Una volta tornati in classe abbiamo letto una storia che avevo scritto e illustrato personalmente e che aveva come protagonisti tutti i "materiali" presenti nella stanza delle meraviglie. Tutto questo è stato il punto di partenza della nostra programmazione annuale incentrata sull'"ARIA".






continua...

domenica 2 ottobre 2011

Disegnare un albero

Mi piace lavorare per laboratori utilizzando la metodologia di Bruno Munari. In ogni laboratorio i bambini diventano i protagonisti indiscussi dell'attività, possono utilizzare tutti i materiali messi a disposizione senza alcuna limitazione. L'insegnante si limita ad osservare, stimolare, indirizzare.
Lo scorso anno ho lavorato molto sull'albero, perché non potevo capacitarmi che bambini di 5 anni disegnassero gli alberi secondo uno stereotipo: il solito tronco marroncino e la solita chioma rotonda verdolina. Ho deciso di partire direttamente dai più piccoli, per assicurarmi che non cadessero con la crescita anche loro in alcun tipo di stereotipo.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di portarli in giardino e OSSERVARE e TOCCARE gli alberi. Tutti si sono subito resi conto della diversità di colore, grandezza e texture delle cortecce.
Gli alberi VERI non avevano nulla a che vedere con quelli disegnati dai grandi: le cortecce infatti erano  nere, grigine, bianche, marroni, verdi...il problema era che nelle comuni scatole di pennarelli c'è un solo tipo di marrone, un solo tipo di grigio....e a tre anni per loro è troppo complicato usare le matite.
Da quest'anno ho ordinato pennarelli che hanno moltissime nuance di verdi (per le foglie), di marroni e di grigi.
Le cortecce non erano mai lisce, per dimostrarlo, oltre che toccarle le abbiamo "ricalcate" con la tecnica del frottage.

Dopo aver osservato attentamente gli alberi e soprattutto le forme dei loro tronchi, i bambini hanno cominciato ad abbandonare il solito "rettangolo" che rappresentava la forma del tronco e hanno iniziato a sbizzarrirsi dando ad ogni albero una forma diversa e particolare.
Il giorno che un bambino, spontaneamente mi ha mostrato la sua opera d'arte ho capito che tutto il lavoro di osservazione e riproduzione grafica aveva dato i suoi frutti! Finalmente avevo di fronte un albero vero,  non uno stereotipo!

E' importante che si parta sempre dal vissuto personale, avere un giardino a scuola mi ha permesso di poter stimolare i bambini a VEDERE coi loro occhi. La cosa bella è che i piccoli hanno insegnato ai grandi di 5 anni che per colorare il tronco dell'albero si possono usare tanti colori, non solo il solito marrone e che le foglie sono attaccate ai rami e che questi ultimi devono vedersi!



giovedì 15 settembre 2011

Vita vera

Penso che fare l'insegnante sia un mestiere bellissimo. Un mestiere che ti permette di prenderti cura del prossimo in maniera costruttiva. Penso ai bambini che si preoccupano quando vedono qualcuno che chiede l'elemosina, che imparano ad essere gentili anche quando il loro istinto li vorrebbe aggressivi. Penso ai bambini che arrivano a scuola col loro pupazzo stretto sotto al braccio e al momento in cui sono capaci di prestarlo ad un compagno col sorriso sulle labbra. Penso alla fatica , ai fiumi di parole, ai quintali sorrisi che quotidianamente spendiamo verso i nostri piccoli alunni con la convinzione che ogni singola forza sia stata spesa per rendere delle piccole persone più autonome, più ragionevoli, più riflessive, più critiche, più altruiste. Penso ai bambini che non hanno niente e che succhiano tutto dalla vita con gioia, perché ogni cosa è un regalo. Penso ad alcuni genitori distratti e superficiali che sottovalutano le potenzialità e la sensibilità dei loro figli. Penso alle persone che ritengono che gli insegnanti siano una "categoria protetta"che vive nel mondo fatato e che non sa nemmeno lontanamente cosa sia la vita vera. La vita vera è farsi in quattro per rendere dei bambini degli uomini e delle donne che un giorno saranno in grado di essere cittadini responsabili. La vita vera è non lasciare nulla al caso. La vita vera è accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita anche e soprattutto quando le cose si fanno difficili.La vita vera è tenere in piedi una scuola quando le risorse sono quasi nulle. Penso che svalutare il ruolo dell'insegnante sia come tagliare le gambe alla società, forse il mio amico che sfotte dicendo che le maestre d'asilo salveranno il mondo...forse...non ha mai letto Fulghum...Forse non ha mai riflettuto sulle responsabilità che noi insegnanti abbiamo nei confronti delle anime che ci vengono affidate.Sì, proprio così, nei confronti delle anime, anime che vanno aiutate a diventare sensibili, altruiste, responsabili, coraggiose, consapevoli, complete.
Forse il mio amico pensa come la Gelmini...con la calcolatrice in mano (5 ore al giorno...2 mesi di vacanze...una pacchia!). Forse il mio amico ha avuto pessime insegnanti, per questo è così...

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L' HO IMPARATO ALL'ASILO

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso: 
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,
pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare,
ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano
e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono,
la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché,
ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e
persino il seme nel suo recipiente:
tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato,
la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
Di Robert Fulghum

lunedì 12 settembre 2011

Classe omogenea o eterogenea?

Ogni anno, al rientro delle vacanze, rimango piacevolmente stupita da quanto i bambini possano maturare in soli due mesi. Se posso permettermi di dirlo...concedetemelo dai... maturano SOPRATTUTTO LE BAMBINE!!! In classe non c'è più una sola insegnante, ma una insegnante circondata da tante dolci assistenti che aiutano chi è in difficoltà, incoraggiano gli indecisi,  consolano i piccoli, accompagnano i timidi, accarezzano i disperati, distraggono i malinconici, imboccano i pigri e soprattutto SORRIDONO alla vita. 
Questo commento lo faccio perché molte mamme e anche alcune mie amiche mi chiedono pareri sulla "composizione" delle classi. Alla scuola materna, fondamentalmente, esistono due tipologie di classi: omogenee ed eterogenee.
Nella sezione omogenea tutti i bambini sono  della stessa età, in quella eterogenea invece, convivono bambini di età diverse (3-4-5 anni), in alcuni casi esistono delle eterogenee di due sole fasce di età anziché di tre.
La sezione omogenea, una volta superata la fase degli inserimenti (25 piccoli da rendere autonomi e felici!!) è sicuramente la situazione ottimale per le insegnanti, che possono programmare delle attività adeguate a tutti, possono utilizzare un linguaggio comprensibile a tutti, possono lavorare contemporaneamente con tutti gli alunni.
La sezione eterogenea è più difficoltosa per l'insegnante che deve programmare tre attività diverse ogni giorno e creare delle situazioni (per es. dei laboratori) in cui si trovino invece momenti di omogeneità.
Quello che posso dire con sicurezza dopo diversi anni di insegnamento è che nulla può' eguagliare l'esempio che i bimbi grandi danno naturalmente ai bimbi piccoli. Il potere seduttivo di un bimbo di 5 anni nei confronti di uno di 3 è inimmaginabile. 
La classe eterogenea è molto faticosa, ma può' dare grande spazio alla cooperazione e far sì che gli istinti materni delle bimbe di 5 anni possano essere prontamente soddisfatti!
Quest'anno ho ben 5 piccole adorabili assistenti-segretarie-vicemaestre-mammine-babysitter...sarà un gran bell'anno!i maschietti sono troppo impegnati con le loro macchinine e partite di calcio per aver voglia di giocare con un piccolotto, ma se ne avranno voglia saranno sempre i benvenuti.

sabato 10 settembre 2011

Condividere è una grande ricchezza.

Navigando su internet nel corso degli anni mi sono spesso ispirata e qualche volta ho "rubato" moltissime idee e spunti per attività da proporre ai piccoli della mia classe (3-5 anni). E allora mi sono detta: perché non condividere con gli altri ciò' che faccio anch'io? 
Più idee circolano, più la scuola può' arricchirsi a vantaggio dei nostri piccoli grandi alunni.
E' appena cominciato l'anno scolastico, la voglia di fare è tanta, le risorse sono poche ma sicuramente ancora una volta riusciremo, con l'utilizzo di materiali di recupero e tanta fantasia, a portare avanti meravigliosi progetti, alla faccia dei tagli! Intanto Buon inizio anno a tutti noi !